Ultima modifica: 5 Giugno 2015

PRESENTAZIONE DEL VOLUME “PALUDE PONTINA

PALUDE PONTINA , UN PONTE FRA PASSATO E PRESENTE.
PRESENTAZIONE DEL VOLUME “PALUDE PONTINA. RICERCA ARTISTICA, STORICA E ANTROPOLOGICA”
Nel corso dell’anno scolastico 2014-2015, le classi terze dell’Istituto Comprensivo Giuseppe Garibaldi di Fondi (Lt), hanno lavorato su un progetto didattico avente per tema “la Palude pontina”, in collaborazione con l’Isus/Archivio di Stato di Latina. Il prodotto finale, il volume “Palude Pontina. Ricerca artistica, storica e antropologica” può essere considerato un esempio di didattica per competenze in quanto ogni alunno, sia all’interno della propria classe che all’interno del proprio gruppo di lavoro, ha sviluppato lo spirito di ricerca nel reperire le fonti, la curiosità nell’analizzare le stesse, la capacità di cogliere i collegamenti interdisciplinari con gli argomenti affrontati nello studio scolastico. L’obiettivo è stato quello di mettere in luce prospettive poco conosciute della storia della bonifica e della storia locale e di dimostrare che al di là dei grandi numeri, di quello che è già noto, c’è tutto un mondo sommerso, che riposa sotto una pesante coltre di fango e che non aspetta altro che essere scoperto, assaporato, raccontato. Comun denominatore a tutti gli aspetti analizzati è stata la continua ricerca di un riscontro a quanto emergeva attraverso il ricorso a fonti orali (nonni e bisnonni che hanno testimoniato e raccontato quegli anni) e iconografiche che gli alunni hanno reperito sul territorio.
Gli input continui dei docenti sono stati impreziositi dall’apporto delle lezioni storico-antropologiche tenute dalle studiose dell’Archivio di Stato di Latina e dalla testimonianza diretta di Rosa Maiorino, autrice del libro “I pionieri del Salto di Fondi” e di altre pubblicazioni sul tema della palude.
Ogni capitolo del volume è dedicato all’approfondimento di un aspetto particolare di questo ambiente, solo all’apparenza ostile alla vita, in realtà focolaio di nascita di una società nuova e di nuovi valori. Spicca nelle pagine del volume la grande operosità degli uomini della bonifica, il loro spirito di sacrificio, il loro coraggio: ingredienti senza i quali il grande miracolo di queste terre non si sarebbe mai compiuto. E ancor più prepotentemente emerge il ruolo fondamentale svolto dalle donne alle quali va riconosciuto il merito di aver sostenuto i propri uomini, padri e mariti, con un infinito spirito di dedizione e spesso di abnegazione, senza se e senza ma.
Il primo capitolo ci fa conoscere la palude attraverso un excursus in diari di viaggio, nell’arte, nei film e nella letteratura; si tratta di un iter poco esplorato finora, che ci permette di apprezzare la natura incontaminata e selvaggia prima della bonifica.
Il secondo capitolo approfondisce la presenza dei coloni del nord Italia in territorio pontino, le motivazioni che li spinsero ad abbandonare i loro luoghi e le problematiche inaspettate a cui andarono incontro una volta stabilitisi nei poderi. I coloni del nord non furono i soli a permettere la realizzazione della bonifica, perché parteciparono all’impresa anche persone provenienti dalle zone limitrofe: anche tanti fondani diedero il loro contributo al risanamento della palude. Lo studio approda poi ai difficili rapporti fra i vari “addetti ai lavori”: coloni provenienti dal nord Italia, braccianti fondani e popolazione autoctona. Si trattò di una convivenza spesso conflittuale, inficiata dalla sete di terra e dalla reciproca sfiducia.
Il capitolo terzo tratta della bonifica del Salto di Fondi, che non ha avuto le stesse caratteristiche di quella avviata da Benito Mussolini in territorio pontino. La ricerca ha preso le mosse dalle caratteristiche di questa bonifica e dai suoi promotori. Ha visto, poi, la descrizione dei primi coloni, delle modalità di lavoro e di alcune scene di vita quotidiana, attraverso le testimonianze orali di un discendente di uno dei primi pionieri.
Il quarto capitolo sottolinea l’importanza del grano, oggetto della famosa battaglia omonima e segue nel dettaglio le varie fasi della sua lavorazione. Il grano nell’economia agricola fondana di quei tempi rappresentava un’importante risorsa per la sussistenza delle famiglie.
Nel quinto capitolo l’attenzione si è incentrata sul ruolo della donna nel territorio di Fondi nel periodo compreso tra i primi anni del Novecento e la fine della seconda guerra mondiale e include un’analisi del ruolo di quelle donne che hanno accompagnato i coloni giunti dal Veneto per bonificare la zona del Salto di Fondi.
L’ultimo capitolo riprende ed amplia il tema della dura vita delle donne in palude, approdando poi ad una focalizzazione sulla realtà del nostro territorio.
Il congedo è affidato a un componimento che ripropone, nel tipico linguaggio giovanile, le speranze di sopravvivenza di tradizioni che vanno scomparendo. Quanto resta di quegli usi e costumi, tradizioni e culture? Quali sono i “valori” e i “sapori” da preservare? Queste sono solo alcune delle domande alle quali i ragazzi hanno cercato di dare risposta attraverso la consultazione di fonti orali ed esperienze vissute a stretto contatto con i nonni, i veri detentori del sapere.
Il 6 giugno, alle ore 11, il volume verrà presentato presso la prestigiosa cornice di Palazzo Caetani, a Fondi.
Questo studio ha rappresentato un’occasione unica per recuperare e rinsaldare il rapporto con il nostro territorio e allo stesso tempo per acquisire la consapevolezza che sono le nuove generazioni a dover preservare la tradizione coniugandola alle necessità di un mondo in continua evoluzione.




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