Ultima modifica: 1 Giugno 2014

“La Chiesa per la scuola” 10 maggio piazza S. Pietro partecipazione dell’I.C. Garibaldi

Riflessioni in classe del 10 maggio in piazza San Pietro ,” La Chiesa per la Scuola”

Le   insegnanti di religione cattolica  Marina Forcina  e Carmela D’Onofrio, insieme alle colleghe, Margherita Petrillo, Stefania Parisi, Geny Riccardi, Maria Cristina D’Ettorre  della scuola primaria dell’I.C.  “ Garibaldi “ di Fondi , hanno partecipato con una discreta rappresentanza di insegnanti, genitori ed alunni al grande evento : “ La Chiesa per la Scuola”. L’evento organizzato dalla  CEI ha coinvolto  la scuola italiana cattolica   e statale con una  presenza   di oltre 300,000  rappresentanti, tra insegnanti, studenti , personale non docente e genitori. Nel pomeriggio PAPA Francesco prima di ascoltare le testimonianze dei professori , dei presidi e di alcuni personaggi del mondo dello spettacolo , è partito con la papa mobile da piazza San Pietro, fino ad arrivare a ridosso di Castel  Sant’Angelo, per salutare la marea di persone che con gioia ed emozione lo  aspettavano da ore.

Al ritorno in piazza San Pietro il Santo Padre viene salutato dal cardinal  Bagnasco con un intervento sulla situazione della scuola italiana.: “ La scuola fa entrare dentro una esperienza che allarga i confini mentali, della propria famiglia ed apre ad un contatto molteplice che arricchisce e affina la sensibilità umana, predisponendola ad assumere le responsabilità dell’età adulta.

Ogni scuola è perciò un atto di speranza  che si rinnova ogni mattina, grazie ai suoi protagonisti, nonostante i problemi e le inadeguatezze che tutti conosciamo.

Talvolta si fa fatica a riaccendere la speranza di poter educare! 

La nostra  società non puo’ fare almeno di riprendere in mano la marcia per la nostra scuola. Le risorse sono la statura morale , le qualità critiche delle persone, la loro apertura ideale.

La Chiesa italiana nel suo cammino decennale, ha scelto l’educazione come la chiave di  volta del suo impegno di evangelizzazione, in una società che ha mutato pelle ,ma non ha cambiato il cuore.  Avvertiamo l’esigenza di coltivare il cuore delle generazioni, attraverso una paziente opera educativa, che rimetta al centro quella cultura dell’incontro,che a differenza di quella dello scarto tende a valorizzare quanto  c ‘ è in ogni persona di vero, di bello, e di buono. Il nostro impegno e’ considerare la scuola come un tassello decisivo nella costruzione della città dell’uomo. La libertà dei genitori verso i propri figli, rappresenta infatti un diritto sancito dal nostro Paese, ma anche un dovere  da garantire e da promuovere da parte dello Stato e dei singoli cittadini. Poi è intervenuta Il ministro dell’Istruzione  Giannini che saluta il Papa dicendo che :” un legame autentico e solidale lega del resto da sempre maestri e allievi, in quell’esercizio quotidiano di ascolto, conoscenza reciproca e rispetto , che significa insegnare e imparare, insegnare ai giovani e ai giovanissimi ad entrare nella vita e ad imparare da parte loro,a leggerla ed interpretarla, con spirito autonomo e coscienza critica.” A cio’serve la scuola in qualunque luogo e in qualunque tempo. L’ITALIA CRESCE OGNI GIORNO SI CONFRONTA CON LA PROPRIA STORIA E DETERMINA IL PROPRIO FUTURO.

Si tratta di un esercizio quotidiano che non fa rumore, ma che richiede attenzione. Ad esso dobbiamo l’assunzione esplicita di una responsabilità politica: restituirgli dignità e funzione, perché insegnare è e deve tornare ad essere un lavoro bello, attrattivo e appassionante; perché studiare è la più efficace forma di allenamento alla vita adulta; e perché la scuola è un bene comune:un diritto di ciascuno e un dovere per lo Stato. Garantire a tutti le medesime condizioni e senza distinzioni , è il segno più convincente della libertà dell’educazione.

Infine l’attesissimo intervento di papa Francesco , ricco di spunti, in cui parla di una scuola  come luogo di incontro lungo il cammino ,senza distinzioni , di valori comuni dove cercare di avvicinare sempre anche i più lontani. Lui ha sempre amato la scuola , primo perché ha trovato una maestra che gliela fatta amare fin da bambino e alloraLa scuola va amata !Il papa ama la scuola anche perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così dovrebbe essere e se non lo è bisogna cambiare impostazione. “Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti delle sue dimensioni. E noi non abbiamo diritto di avere paura della realtà nella ricchezza dei suoi aspetti e delle sue dimensioni. Il segreto è imparare ad imparare  e lo insegnava anche un grande educatore italiano Don Lorenzo Milani. Gli insegnanti sono i primi a dover rimanere aperti alla realtà . La scuola è la prima società che integra la famiglia, la famiglia e la scuola non vanno mai contrapposte. Esse sono complementari e dunque è importante che collaborino nel rispetto reciproco. Il papa poi cita un proverbio africano a proposito della collaborazione tra famiglia scuola e altri enti : “ Per educare un bambino ci vuole un villaggio “

L’educazione non può essere neutra o è negativa o è positiva , o arricchisce o impoverisce. Nell’educazione è sempre più bella una sconfitta pulita , che una vittoria sporca.

 

La missione della scuola quindi è di sviluppare il senso del il senso del vero, del bene e del bello; perché se una cosa è vera è buona, è buona ed è bella;se è bella, è buona ed è vera. Insieme  questi elementi ci fanno crescere e ci aiutano ad amare al vita, pure quando stiamo male, in mezzo ai problemi. La vera educazione ci fa amare la vita , ci apre alla pienezza della vita. Una persona matura deve saper parlare tre lingue: la lingua della mente, la lingua del cuore e delle mani.

Papa Francesco ha concluso il suo intervento con i ringraziamenti  con la sua benedizione a tutto il mondo della scuola.

Tocca a noi ora far tesoro delle parole del papa, del ministro nelle nostre scuole, come aveva sottolineato il cardinal Bagnasco nel suo intervento iniziale, “..metterci in marcia , perché l’esistenza è un cammino, in cui l’uomo non è un essere stanziale ma in movimento, continuamente chiamato a superare se stesso. Senza corrispondere a questa chiamata interiore, l’uomo non si compie e rischia di starsene immobile, rinchiudendosi progressivamente in se stesso, spegnendosi alla vita.

Alcune foto per ricordare quei momenti

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